La musicoterapia preventiva e i bambini: musica per le loro orecchie!

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Vi abbiamo già parlato della musicoterapia in ambito preventivo rivolta a donne e coppie in attesa. Una domanda nasce spontanea: con chi altro è possibile lavorare in ambito musicoterapico preventivo? Ma con i più piccini ovviamente! Eh si, e noi di Suonidamare lo sappiamo bene poiché abbiamo previsto i laboratori “Primi Suoni” e “Amici di suono” in loro onore: scoprite rispettivamente qui e qui il programma!

I bambini in primissima infanzia e la musicoterapia preventiva

La scienza ci dice che l’udito si sviluppa molto prima della vista, il feto già a 18 settimane comincia a rispondere ai suoni del mondo esterno e una volta nato riconosce la musica ascoltata nella vita intrauterina sopratutto le canzoni cantate dalla mamma (memoria uditiva).

Ogni volta che un bambino ascolta la musica il cervello viene coinvolto in un processo emotivo e cognitivo, un percorso che dura per tutta l’infanzia.

Nella età evolutiva la musica ha un effetto profondo sulla formattazione del cervello: se ascoltiamo musica durante l’infanzia contribuiamo alla crescita del cervello e al suo sviluppo cognitivo.

L’apprendimento della musica è una attività che stimola più aree del cervello, più di qualsiasi altra attività dell’uomo!

Mentre il bambino apprende il linguaggio sonoro-musicale nello stesso tempo utilizza un linguaggio non verbale che gli permette di esprimere il proprio mondo emozionale. Il dialogo sonoro che si crea attraverso l’utilizzo di canti, del movimento e degli strumentini musicali a disposizione nel setting, permette una comunicazione e relazione profonda tra musicoterapeuta, genitori e bambino.

Le ninnananne e le filastrocche

Il mondo musicale con cui i bambini vengono regolarmente in contatto attraverso ninne nanne e filastrocche risulta essere spesso poco vario per la formazione di un soddisfacente vocabolario musicale, sonoro e ritmico. Le melodie proposte sono eseguite prevalentemente senza parole proprio per permettere al bambino di focalizzare la sua attenzione sul fattore musicale, a queste poi si alternano i “chant” che sono melodie esclusivamente ritmiche. La grande varietà di melodie e chant proposti al bambino fa sì che questo possa scoprire che dentro di lui esiste un mondo musicale ricco e utile come altro mezzo di espressione oltre alla parola.

Bambini nei primi anni di scuola 

Come i bambini in primissima infanzia, anche i bambini nei primi anni di scuola migliorano la qualità delle relazioni nel gruppo grazie alla musicoterapia. 

L’esperienza di “fare musica insieme” migliora e affina le capacità relazionali individuali, dando la possibilità ai singoli di sperimentarsi in vari ruoli all’interno dei movimenti del gruppo dei pari, e aumenta la coesione del gruppo attraverso la creazione di “prodotti musicali” condivisi.  La musica aiuta il bambino ad esprimere il suo mondo interiore, le sue emozioni e i suoi sentimenti, stimolando e rafforzando i fattori che contribuiscono all’apprendimento e la consapevolezza di sé. Il ricorso al gioco è il metodo più rapido ed efficace per imparare a “far musica” e ciò ha un’influenza anche sul piano dell’integrazione, della capacità di concentrazione e di comunicazione. Il canto, il movimento e il respiro sono direttrici fondamentali per il bambino che imparerà ad avere consapevolezza del suo corpo come strumento musicale e potrà “suonare” giocando, divertendosi e sentendosi parte attiva del gruppo.

La musicoterapia può anche aiutare i bambini a migliorare le loro capacità di lettura. Coloro i quali hanno seguito un percorso di attività musicali hanno capacità cognitive superiori nell’ambito della lettura. Infine, nelle prima fasi di apprendimento e sviluppo, la musica suscita risposte uditive, emotive, cognitive e visive nel bambino.

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